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Vademecum per non diventare famose

, Scritto da claudio

Prima puntata

1°fase.(l'iniziazione) La sindrome di Miss Zagarolo. Con questo post inauguro una nuova rubrica su un argomento che mi sta molto a cuore e sul quale credo di essere tra le massime esperte in circolazione,ovvero: "Vademecum per non diventare famose.Consigli e suggerimenti da una che ci riesce da anni senza alcun calo di impopolarità". Oggi affronterò il primo punto che ho ribattezzato "la sindrome da miss zagarolo". Tale sindrome colpisce prevalentemente ragazze che crescono nella provincia ,con un picco notevole di casi riscontrati nei comuni più piccoli ma con una distribuzione geografica che definirei a macchia di leopardo, ovvero da nord a sud senza distinzione.In linea di massima contrarre tale malattia garantisce un'impopolarità imperitura ,per cui, se vi riconoscete nei sintomi che vado ad elencare , sappiate che siete già a un passo dall'insuccesso e lo otterrete senza tanta fatica e inutile gavetta. La ragazza campione,carina ma non eccezionale,senza il gusto metropolitano per l'abbigliamento, è generalmente agghindata versione "festa di piazza" e truccata modello "ragazza dell'est ai suoi primi esperimenti di cosmesi". Dalle gomitate che si danno i vecchietti del bar quando passa lei e dagli sguardi morbosi dei mariti davanti alla macchinetta del videopoker quando va a comprarsi un ghiacciolo,deduce di essere la più grande gnocca del pianeta e probabilmente anche delle galassie attigue. In tutto ciò sottovaluta il fatto non irrilevante che le sue concorrenti in un paese di mille abitanti sono: la figlia dell'assessore che a detta della giuria del bar : "porella è uscita un po' infelice ma c'ha due tette così." e la signora Silvana, la separata estetista meschata quarant'enne che sempre a detta dell'insindacabile giuria " e' una nave scuola che raddrizzerebbe pure la torre di Pisa." Le feste patronali sono le sue prime vetrine e i cantanti di piazza tipo Piero Focaccia, Scialpi e Jo Squillo ai quali chiede l'autografo tremante, i suoi primi approcci con la celebrità. Affascinata da veline,letterine,microfonine e tutto cio'che finisce in "ine" cresce con la convinzione che il massimo sia diventare il minimo. Improvvisa le sue prime coreografie davanti allo specchio e benchè abbia la leggerezza di un sercio di fiume si convince di essere un'etoile, tralasciando il fatto che con un culone dono dell'adolescenza somiglia più al Gabibbo che alla Canalis. La sua storia familiare non va trascurata poichè è spesso figlia di una madre dalle ambizioni frustrate (e interrotte da un matrimonio precoce) che riporrà nella figlia aspettative di fama e celebrità . Nell'udire il primo vagito in sala ostetricia,la madre ancora esangue e sudata ,dirà ai dottori: "Ha il timbro della Callas , che nell'incubatrice non ci siano spifferi che poi le si infiammano le corde vocali e sta ragazza con la voce ci lavora." Ed ecco che finalmente, intorno ai sedici-diciassette anni ,arrivano le prime avvisaglie della sindrome sopracitata. Ad una sagra del carciofo a Ladispoli ( il nome del comune può essere sostituito a piacimento),la ragazza viene notata dall'impresario delle "Cioccolatine",ovvero il gruppo di ballerine brasiliane la cui presenza è stata l'unico atto nella storia della giunta comunale deliberato all'unanimità con tanto di applauso finale,brindisi tra assessori di colori politici diversi e trasporto in spalla del sindaco per le vie del paese come la statua del santo patrono. Vale la pena spendere qualche parola su queste due figure pittoresche e fondamentali (le ballerine e l'impresario) perchè la descrizione della "sindome della miss zagarolo" sia davvero completa di tutti gli ingredienti che contribuiscono a diffonderla. Il gruppo di 10 ballerine spacciate dall'impresario per "brasiliane doc con dieci carnevali di Rio e 4760 addii al celibato in curriculum ", sono , nel 99% dei casi , in realtà : due giovanotte di Pizzo Calabro con poco esotico accento aspirato del luogo natio e tipica fiatella all'inequivocabile gusto di "sopressata sott'olio", tre sorelle di Orgosolo dai colori simil-brasiliani ma con una peluria che neanche Lucio Dalla dopo una somministrazione massiccia di ormoni, due bionde giustificate dall'impresario come "risultato delle contaminazioni nordeuropee in sudamerica" ma fumano e bestemmiano come turche, una tizia che almeno la metà degli abitanti giura d'aver visto svariate volte sotto il viadotto della tangenziale in tarda sera, una ragazza dai tratti marcatamente orientali spacciata come "sostituzione dell'ultimo minuto causa malattia , ma finissima contorsionista filippina prestata dal circo Orfei per l'occasione" ( che si è scoperto poi essere vera filippina ma sul palco anzichè ballare spolverava ) e infine un pezzo di ragazzona alta uno e novanta che dopo due bicchieri di vino ha cominciato a ruttare e a raccontare strani aneddoti di vita militare,cosa che ha dettato più di qualche sospetto.(tanto più che il sindaco,dopo essersi appartato con lei è tornato visibilmente sconvolto e l'anno dopo,per la festa patronale, ha stranamente ingaggiato Il Coro di voci bianche della Schola Cantorum Casablancas.) (continua... domani la seconda puntata:l'impresario di paese,i primi concorsi,lo sbarco nella capitale,i primi provini... Ora chiudo, che nun se po' non fare niente tutto il giorno...anche perchè "il cazzeggio continuo e perpetrato nel tempo" è uno dei punti fondamentali del vademecum per non diventare famosa che sarebbe un peccato anticipare.) La modella è un tipico esempio di look da festa di piazza altrimenti detto "da ragazza dell'est ai suoi primi esperimenti di cosmesi".

Seconda Puntata

A grande richiesta (nel senso che un sacco di gente mi ha chiesto di non continuare con queste stronzate!) la seconda parte de "La sindrome di miss zagarolo" - 2° fase : l'impresario. Non posso avventurarmi ulteriormente nella storia che vo' raccontando (sta botta di lingua dantesca non ve l'aspettavate è?), senza prima definire con cura una figura chiave nell'iter della nostra ragazzotta di provincia: l'impresario. L'impresario non va assolutamente confuso con manager,personal manager e agente,che sono figure ben più prestigiose nella gerarchia dello spettacolo. Diciamo che se l'agente è il gradino più alto della scala,l'impresario è lo zerbino davanti al primo gradino.L'agente e il manager "propongono e rappresentano " artisti, l'impresario "c'ha" , come se viaggiasse con un campionario umano sempre dietro. Ora ,tale frase potrebbe sembrare azzardata,eppure gira il seguente aneddoto : durante "una sagra della ventricina a Pratola Peligna", a causa di un acquazzone improvviso, l'orchestra di liscio dovette smettere di suonare e in piazza comincio' un fuggi fuggi generale. Si narra che l'impresario del caso ,per nulla colto dal panico,estrasse dal bagagliaio un tendone da circo con quindici file di platee numerate,tre trapezisti bulgari ,un mangiafuoco di Zafferana Etnea,una foca monaca ,tre pony ,una tigre bianca particolarmente incazzata e rara(che aveva vistose tracce di vernice sui baffi)e due contorsioniste indiane dal cruscotto. Lo spettacolo fu un successone. L'impresario viaggia tutto l'anno per piazzare i suoi artisti rigorosamente a bordo di macchine di grossa cilindrata che ,a suo dire,fanno rappresentanza. La macchina-tipo del vero impresario è il mercedes 190 con coprisedile con palline di legno solitamente vecchio di almeno vent'anni e dalla provenienza alquanto dubbia. Una volta ,ad un posto di blocco, un impresario di Cerignola fu fermato da una pattuglia e ,come numeri di telaio, i carabinieri trovarono i risultati della schedina della domenica precedente (accanto a Chievo-Juventus c'era addirittura segnato a penna "rinviata per neve" ). L'impresario si presenta preferibilmente a: - sindaci e assessori di comuni assenti da qualsiasi mappatura fisica,politica e geologica che nemmeno "il sabato del villaggio" di Mengacci è riuscito a scovare, - gestori di pizzerie al taglio sul genere "Pazzi di pizza" "Pizza a pezzi" "pizza pazza" "Pizza che puzza"..., - osterie dai nomi improbabili tipo "Rubbagalline" - bar da nomi nelle intenzioni spiritosi quali "Zanzi Bar" o "Bar bagianni". L'impresario è un tizio dall'aria piuttosto triste,generalmente con una giacca consunta e con spalline da far impallidire la Carrà su cui si depositano tali e copiosi strati di forfora che in giorni particolarmente ventosi avvolgono l'impresario in una bianca nube sinistra i cui improvvisi vortici risucchiano senza distinzione alberi,casolari e animali da cortile. Il catalogo-artisti dell'impresario è generalmente composto da: - Svariati maghi da nomi dubbi quali: Tony Sbrinarelli , Mago Silvano, Mago Duedicopperfild... che nella maggior parte dei casi realizzano un'unica magia:la sparizione del pubblico nel giro di mezzo minuto dalla loro apparizione sul palco. - Le mitiche ballerine "brasiliane" già descritte nella prima puntata. - Un 'infinita lista di cantanti anni settanta e ottanta caduti in disgrazia quali Mario Tessuto, i Righeira, Nicola di Bari,Don Backy e cantanti donne quali : Rosanna Fratello,Anna Identici e la brunetta dei ricchi e poveri la cui presentazione al sindaco di turno è sempre accompagnata dalla frase di rito: "che è ancora una bella donna". - Comici esilaranti la cui scheda di presentazione cita quasi sempre fantomatiche apparizioni in un programma di Pippo Baudo non meglio specificato o garanzie di qualità quali : "il nostro artista è reduce da una fortunata partecipazione a "la sai l'ultima" in cui si è fatto apprezzare con la mitica e raffinata barzelletta: "Caro,ho un cerchio alla testa!" "beh cara , meglio che un rombo al culo!" I manifesti di questi artisti consistono quasi sempre in una loro foto con un gilet variopinto,uno sfondo con tapparelle o tenda damascata del salotto buono o in alternativa un tentativo di sfondo bianco realizzato col lenzuolo matrimoniale in alcuni casi con iniziali dei coniugi cucite a mano in bella vista . Spesso fanno cornice al manifesto tristissime foto di contorno scattate al televisore durante le fugaci apparizioni del suddetto (che infatti è quello con la testa cerchiata di rosso e una freccetta che lo indica ). - showgirl di varia natura e moralità con manifesti le cui foto sono almeno di dieci anni prima . L'impresario doc si vanta sempre di godere di privilegi incredibili rispetto alla concorrenza , del tipo: " Ho l'eslusiva su tutte le serate di Little Tony nella Tuscia dall'uno al tre novembre." Ogni tanto dichiara di avere tra le mani un pezzo grosso di cui non ha mai sentito parlare e allora prova a vendere una serata del nobel dario fo' dicendo: " Se vuole c'ho Dario Foà, quello che ha vinto l'oscar l'anno scorso" . Di solito l'assessore nota l'errore e replica con disappunto: "Non vorrei contraddirla ma credo abbia vinto il telegatto." Le trattative tra l'impresario e il cantante anni '70 si svolgono sempre così: l'impresario chiama l'Umberto Balsamo della situazione e gli dice che ha una serata per lui alla festa di san Rocco a Vasto Marina il 7 agosto. Il cantante se la tira,si definisce al momento molto impegnato e chiede se può essere richiamato in un altro momento. Il cantante richiama l'impresario dopo cinque minuti.Chiede quindici milioni e dichiara che gli sta facendo un prezzo di favore "giusto perchè sei te". L'impresario riattacca dicendo che è troppo. Il cantante richiama e dopo una trattativa di sei ore e mezzo si accordano con un chachet pari a una percentuale sulle vendite del banco dei lupini. Solitamente , quando gli capita una festa patronale tra le mani,prova a vendere ad un prezzo forfettario non un solo artista ma il mitico pacchetto di artisti che comprende mago-fantasista,barzellettiere,showgirl,orchestra di liscio composta da dieci elementi ,caffè e ammazza caffè. Tale pacchetto ha sempre nomi quali "Cocktail d'estate", "E-state con noi", "la notte delle stelle" e così via. L'impresario,prima che un artista salga sul palco ,pronuncia sempre la mitica frase: "Mi raccomando,non dire parolacce che poi il prete del paese si lamenta." Puntualmente appena l'artista tira sù l'asta del microfono ,dal pubblico partono una serie di insulti irripetibili capitanati dallo stesso parroco con le guance rosse di vino. Elemento fisso tra il pubblico di ogni festa di piazza che si rispetti è il matto del paese che solitamente è inviatato sul palco dal presentatore di turno a intonare una canzone di cui ,tra l'ilarità generale, non azzeccherà una parola .Solitamente il presentatore fa una tale fatica a farlo scendere che spesso,a fine serata, i tecnici lo imballano con le scenografie e lo caricano sul furgone. Probabilmente la presenza costante del matto del paese sotto il palco si spiega così: è sempre lo stesso che viene smontato e rimontato col palco. Infine c'è il momento clou' della serata :l'impresario deve pagare gli artisti. Solitamente il comune paga col ricavato della pesca di beneficenza della serata .In una sera memorabile Memo Remigi ricevette la somma di duemilionitrecentocinquantamilalire in monete da 50 lire . Dopo numerose riunioni per trovare il modo di trasportare il cachet a casa del povero Remigi ad Ancona, i diciassette forzieri furono caricati su un container a bordo di una petroliera liberiana ancorata nel golfo di Crotone che tre anni dopo scarico' puntuale sulla banchina n°16 del porto di Ancona il prezioso carico. (continua...) Tipica e pittoresca festa comunale http://www.proloco-unpli.it/ladispoli/SAGRA DEL CARCIOFO/sagra del carciofo.html
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